Filantropia e porno, due argomenti all’apparenza distanti ma non poi così tanto. Ne ho scritto di recente a proposito di Come4.org, un progetto che nascerà grazie alla filantropia collettiva del crowdsourcing per poi diventare una vera fonte di charity; ne riparlo ora a seguito dell’iniziativa di PornHub.

PornHub è uno dei primi 3 siti al mondo per popolarità e numero di visitatori. Ottobre è invece il mese della prevenzione del tumore al seno e per questa occasione PornHub ha creato un’inziativa semplice quanto efficace. Date un’occhiata all’homepage dell’iniziativa, dopotutto bastano poche parole.

Per contribuire a Save the boobs non ci vuole molto: basta collegarsi al sito, scegliere i video contrassegnati nelle categorie big-tit o small-tit e guardarli. Ogni 30 video visti verrà versato un centesimo di Dollaro.

“the more boobs that are viewed, the more money that will be showered upon the [Foundation].”

Si, ma siamo sicuri che qualcuno li accetterà? :-)

La fondazione scelta da PornHub era la Susan G. Komen Breast Cancer Foundation o più semplicemente la Komen, famosa anche per Race for the Cure.

Peccato che abbiano rifiutato i proventi perchè generati – forse – con le mani sozze! Probabilmente non è vero che i soldi non hanno odore: c’è chi bada anche alla loro densità!
O forse erano pochi i 10.000 euro raccolti a tutt’oggi?
Se un giorno farete un progetto di charity non pensate che i soldi li prenderà chiunque, perchè non è così! Conta da dove provengono, i soldi hanno davvero un odore, soprattutto etico. Se volete approfondire questo aspetto leggete qui e qui, oppure chiedete ai ragazzi di Come4.org che non sono stati presi in considerazione da Kickstarter!

Pornhub, uno dei 70 siti più visti al mondo, non è nuovo a iniziative benefiche che riguardano le tette e che forse metterà a tacere chi pensa che sia solo momentanea pubblicità, basti pensare al Boob Bus by Bree Olson in giro negli USA dall’aprile scorso.

Bree Holson, volto della campagna di PornHub per la prevenzione del cancro al seno usa la sua notorietà per portare la cittadinanza a contatto con un’esame che può essere eseguito anche in un camper e in grado di contrastare un tumore che rappresenta il 25 per cento di tutti i tumori che colpiscono le donne.

Sicuramente metterà con il suo davanzale in secondo piano il Dottor David Shaffer ma solo sulla stampa, non certo nell’ambulatorio del camper e in relazione alla sua esperinza diagnostica!