Archivio degli articoli con tag: Devo

Il 2 aprile 2011 con il post Welcome to your show nasceva Partecipative, il blog sui progetti realizzati con la complicità dell’utente finale come dichiara la tagline.

Da allora ho pubblicato 64 articoli suddivisi in 51 categorie. Vi ho parlato principalmente di piattaforme partecipative, di co-creazione, musica, user generated contents, communitycrowdsourcing che sono le mie passioni di sempre. Ho anche riaperto gli archivi di 500 wants you.

Le visite sono state significative per un blog così di nicchia, oltre 16mila con una punta di 381 il 21 gennaio quando ho pubblicato il post LEGO: il futuro del brand passa dal Crowdsourcing e dalla Co-creazione, secondo nella classifica delle preferenze dei lettori con 681 visualizzazioni ma primo nel numero di commenti. Il post più letto è Evasori.info: il sito che dal 2008 mappa l’evasione fiscale in Italia su base volontaria. con 1093 preferenze, post che ha dato vita anche alla prima intervista esclusiva di Partecipactive: Complici nel cambiamento, non nell’evasione fiscale. Intervista al creatore di Evasori.info.

Oltre a quelli citati, i miei post preferiti, sono quello che parla di Amazon Mechanical Turk: il lato umano e l’utilizzo creativo di un crowdsourcing marketplace e della fantasia del digital artist Aaron Koblin, la storia incredibile di Myfootballclub (la prima online community a possedere una vera squadra di calcio)., l’ironico progetto partecipativo di una delle più insolite band di tutti i tempi Devo: dopo l’album realizzato insieme ai fans, il video interattivo dove ogni utente è il regista. e quello dell’italianissimo Lost in Google: la web serie dove quello che succede lo decidi tu.

Buon compleanno, ringrazio di cuore tutti i lettori.

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La foto in apertura è tratta dal sito di HAF (High Atlas Foundation), una fondazione che promuove lo sviluppo partecipativo in aree disagiate del Marocco coinvolgendo i beneficiari come partner attivi in ogni fase del progetto di sviluppo. 

I Devo sono una band di Akron (Ohio, U.S.A.) che si è formata nel 1972. Li conosco da più di trent’anni e da allora ricordo il nome della loro città, citata in tutte le interviste della band come luogo di fabbriche di gomma, plastica e parecchio invivibile. Solo ad Akron potevano nascere i Devo e la filosofia della de-evolution. Se vi fa piacere sapere di più su di loro su Wikipedia trovate tutto.

Non molto conosciuti dalle masse, ma stratosferici per i fans, una pietra miliare e continua fonte di ispirazione per il loro stile inconfondibile classificato come Punk, Post-punk, New wave, Art wave e in mille altri modi da parte di critici e band, che considerano i Devo un gruppo fondamentale per l’evoluzione del rock. I brani più famosi: Whip it, Girl you want, Gates of Steel, It’s a beautiful world, Mongoloid, ma anche la dissacrante versione di Satisfaction, spero li conoscano tutti.

I Devo sono da sempre una band geniale, con un’immaginario, una produzione musicale e un’estetica coerente a loro stessi e alla loro filosofia, innovativa e affascinante. La loro musica, come le loro azioni e rappresentazioni sono sempre state digitali, elettroniche, tecnologiche, al passo con i tempi.

La passione per la sperimentazione dei Devo, le possibilità offerte dai social network di poter realizzare un progetto assieme agli utenti finali con il supporto della propria base di fans attraverso le pagine ufficiali su My Space, Facebook, il sito Club Devo, e alla partecipazione ad eventi come l’SXSW di Austin, hanno portato a concepire in modo diverso il nuovo disco Something for Everybody atteso da 20 anni.

Come lo spiega Gerard Casale, bassista e membro fondatore della band:

We decided to actively seek comment and criticism from outside people and use that as a tool, rather than shunning or ignoring it… Our experiences participating in secondary creativity – things like corporate consensus building, focus groups -make you appreciate the connection that an artist has to society.

Quindi – insieme all’agenzia Mother LA – decidono di coinvolgere i fan, un anno prima del lancio in attività collettive. Il primo passo è la designazione di Greg Scholl, COO di Devo, Inc. come responsabile del progetto che coinvolge i fans. Greg, in perfetto pubblicitese – l’ironia dei Devo verso il sistema è sempre presente –  lancia, spiega e motiva il progetto così:

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Il sito e i social danno il via ad una serie di attività, molte online come il Devo Color Study che porterà a scegliere oltre al mood cromatico della band il colore degli Energy Dome, i loro caratteristici cappelli, o il Devo Sound Study che ha permesso di scegliere a maggioranza le tracce da inserire nel nuovo disco (ora in archivio).
Date un’occhiata e partecipate – con ironia – al focus group che segue.

Saranno anche solo focus group, ma sono decisamente partecipativi, ognuno fa parte di un processo più ampio che la semplice attribuzione di preferenze; ad ogni round c’è un’ottimizzazione basata sui risultati e l’utente viene di nuovo coinvolto sapendo qual’è lo scopo finale: fare in modo che un prodotto risulti preferito alla maggior parte delle persone, ma soprattutto a loro.

Pochi giorni fa, proseguendo sulla stessa strada, i Devo hanno lanciato l’ennesimo progetto innovativo: un video clip interattivo dove ogni utente è protagonista. E’ il video clip del singolo What we do e Gerard Casale lo racconta così:

The user/viewer is the director in this video. They decide what to see and when to see it in real time. They will be able to navigate and save a version of what they think others should see. It’s like having a vote in Devo’s creative process. It’s truly interactive.

L’utente può infatti muoversi all’interno del videoclip, zommare, scegliere le inquadrature oppure farlo in modo random, creando ogni volta un video diverso. E in più, cliccando su alcuni oggetti o sul tasto “Instant”, può acquistare oggetti presenti nel video.

Il videoclip interattivo era realizzato in Flash e non è più possibile vederlo in questa modalità. Se ne parla ancora però nell’articolo di Mashable (che mostrò il video in anteprima) con l’intervista a Gerald Casale che racconta come nato il video, la sua filosofia e la sua poetica.
Il Director Cut è su YouTube. e a seguire. La regia è di Gerald Casale, Kii Arens e Jason Trucco.

Dopo 30 anni i Devo riescono ad affascinarmi e incuriosirmi ancora. Non posso che continuare ad essere un fan.

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Curiosità: Sapevi che i Righeira, grandi estimatori dei Devo, hanno realizzato under permission la versione italiana, opps, spagnola, di Girl you want: Es la Mujer que tu quieres per l’album del 2007 Mondovisione?