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2 anni fa in questi giorni moriva in circostanze poco chiare Michael Jackson, il Re del Pop.
La radio belga Studio Brussel, a solo una settimana dalla prematura e improvvisa scomparsa, decideva di commemorarlo con un’iniziativa partecipativa.
Nasceva così il sito interattivo Eternal Moonwalk realizzato dall’agenzia Mortierbrigade di Brussel.

Ai fan veniva richiesto di caricare un video, dove veniva richiesto come omaggio al loro idolo, di interpretare il Moonwalk, il passo di danza reso celebre da Michael. Potevano farlo in qualsiasi modo – lo si vede nel video – per creare il più lungo Moonwalk della storia. Unica condizione eseguirlo da destra verso sinistra.

Più di 15.000 film uploadati, più di 45 chilometri di moonwalk. 3.960.000 visitatori unici da tutto il mondo, record di tweet per 3 giorni, più di 120.000 recensioni nei blog, 1.850.000 ricerche su Google, più di 7 minuti spesi mediamente nel sito.
Segno che quando i fan ci si mettono, ottengono risultati straordinari.

Per gli amanti dei premi, ricordo che nel 2010, Eternal Moonwalk ha vinto un Gold Lion nel Direct e un Silver Lion nel Cyber al Festival Internazionale della Pubblicità di Cannes.

Cosa succede se il tuo brand di birra è leader in un’intera nazione – il Mexico – ma non lo è nelle province di Guadalajara e Leon, due delle più grandi?
Cosa fai se dopo un blind test dove all’assaggio la tua birra risulta la migliore di tutti e scopri che semplicemente, i consumatori odiano la tua birra? Non c’è campagna pubblicitaria che possa cambiare una repulsione così profonda anche se ingiustificata. Come fare se le persone odiano il prodotto che per Sol è come un figlio?

Coinvolgere i consumatori nella realizzazione di un prodotto che diventi in queste province figlio degli stessi consumatori. Per questo, dopo aver ritirato la Sol classica dal mercato, è stato creato nel 2008 un vero laboratorio, il Sol Lab, dove gli utenti potevano decidere come avrebbe dovuto essere la loro Sol, scegliendone la bottiglia, l’etichetta e ovviamente il gusto.
Il tutto attraverso una piattaforma partecipativa online e offline (un truck che porta loro il Lab) e i focus group realizzati in bar e club, Sol ha ricevuto i pareri di 226.000 persone per creare la loro birra ideale.
I risultati sono stati sorprendenti: +48% di vendite per la Sol 2 (la birra creata nel lab), 7 consumatori su 10 hanno cambiato idea e da quarta posizione a seconda nei consumi in quelle province, come a dimostrare che nessuno odia il proprio figlio!

[UPDATE – La Videocase di Sol Lab non è più online, ma ho trovato questo servizio dal programma Sobre la cancha della televisione messicana CB Televisión Michoacán che racconta tutta l’operazione, oltre a un breve spot]

The Johnny Cash Project è un progetto collaborativo commemorativo dedicato a Johnny Cash, l’artista americano scomparso nel 2003.

E’ basato su un sito interattivo attraverso il quale ogni utente, può partecipare liberamente alla realizzazione del videoclip di Ain’t No Grave, disegnando con la tecnica che preferisce e attraverso i tool offerti dalla piattaforma, i frames che comporranno la timeline del videoclip. Come funziona la piattaforma con tecnologia Flash è ben illustrato nel sito di Radical Media l’agenzia a capo del progetto e nel video che segue, che ci mostra oltre al videoclip, anche il backstage e le interviste ad alcuni degli artisti.

Dopo pochi mesi dal lancio dell’iniziativa nel 2010, 250.000 artisti provenienti da 172 paesi avevano già inviato i frames per realizzare il videoclip ufficiale finalista ai Grammy 2011 per il Best Short Form Music Video. Ma il progetto non si è concluso con questo, il videoclip è in continua evoluzione, e può essere visto in migliaia di versioni differenti attraverso la piattaforma online del progetto.
E ogni volta la lista dei credits si allunga!

Un’operazione collettiva unica, “A unique communal work, a living portrait of the Man in Black”, un omaggio all’artista realizzato con le opere degli stessi fan/fruitori finali e con le modalità tipiche delle piattaforme di Crowdsourcing. Un grande progetto che nel 2010 è arrivato secondo a Cannes, ha vinto gli UK Music Video Awards e nel 2011 gli SXSW Interactive Award e gli Andy Awards.

Le menti dell’operazione sono il regista Chris Milk e il digital media artist Aaron Koblin, gli stessi del videoclip interattivo The Wilderness Downtown creato per gli Arcade Fire’s. Un videoclip personalizzabile, realizzato in Html5, integrato a Google StreetWiew e viralizzato per il lancio di Google Chrome. Se avete Google Chrome a portata di mano, provate con l’applicazione, altrimenti cè il video da YouTube.