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Each year festive adverts come and go – and some are remembered more vividly than others. But our advertising this year will leave a lasting legacy – and in that way, we hope it won’t just be for Christmas.”

James Bailey, Waitrose

Quello di John Lewis, la catena britannica di grandi magazzini di lusso, è sicuramente lo spot natalizio più atteso al mondo. Tanto atteso che esce a metà novembre, anticipando lo spirito natalizio che ancora non ha ancora invaso le nostre case e i nostri pensieri.
È una vera istituzione. Lo spot 2019 del draghetto supereccitabile Edgar ha commosso oltre 10 milioni di persone. Quello dell’anno prima con Elton John ha avuto 11 milioni di visualizzazioni il primo giorno. Ha una pagina in Wikipedia che ne parla che è come quelle dei film. Quest’anno ha anche un partner: Waitrose, per riuscire a fare le cose più in grande.

Questo che sta per passare è stato purtroppo un anno molto particolare. L’esperienza del Covid ha cambiato tutti noi.
E nessuno di noi sa che Natale sarà? Chi può saperlo?

Tanto meno potevano saperlo i creativi di adam&eveDDB di Londra, quando stavano lavorando a questo importantissimo lavoro.
Per questo – e immagino altri mille motivi – hanno creato un’operazione in grado di coinvolgere e colpire fan, curiosi e amanti del brand.

Una volta tanto iniziare in anticipo non per essere i primi a uscire con lo spot di Natale, ma per dare più tempo al progetto.
E riuscire a trasformare una celebrazione, una tradizione, in un grande messaggio di incoraggiamento capace di raccontare una nuova normalità. Che non si sa quando, ma arriverà e ci permetterà di tornare a vivere da vicino nuovi gesti di piccolo altruismo. Gesti che possono fare una grande differenza, come una gentilezza nei confronti del prossimo.

Godiamoci lo spot:

Lo spot che avete appena visto, trasmesso in TV il 13 novembre – non a caso giorno del World Kidness Day – è solo una delle parti che compongono questo progetto dedicato alla gentilezza e alla buona volontà.

Nel sito di John Lewis, sono descritti tanti modi per fare un atto di gentilezza e contribuire alla campagna Give a Little Love.

Un programma di sensibilizzazione sociale, ma anche di raccolta fondi davvero ambizioso: 4 milioni di sterline, a favore di FareShare che si occupa di distribuire del cibo alle persone in difficoltà e Home-Start che sostiene i genitori  che hanno bisogno di aiuto.  Si può contribuire tramite SMS solidali, acquistando gadget e capi d’abbigliamento dedicati o utilizzando i punti fedeltà. Ma anche acquistando (qui) la canzone A Little Love”dell’artista di origine jamaicana Celeste il primo brano originale per per uno spot natalizio di John Lewis.

“The whole ad is made up from different styles of animation, but it’s joined together in the narrative of giving a little love”

Anthony Farquhar-Smith-Animator Supervisor

Ma torniamo a noi e allo spot, che non è partecipativo per caso.
Ma per un atto di generosità e gentilezza vero e proprio.

Lo spot da 2 minuti è stato realizzato da artisti diversi: Chris Hopewell, Sylvain Chomet, Anete Melece, MegaComputeur, Andy Gent & Anthony Farquhar-Smith, Anna Mantzaris che grazie a tecniche diverse: live action, claymotion, stop motion, CGI, live action e animazione tradizionale hanno creato un’unica storia, diretta e confezionata dal regista Oscar Hudson. Ci sono tante differenze nelle tecniche, ma la poesia è la stessa e ogni vignetta realizzata per incuriosire il pubblico di età diverse.

Non è un caso che siano stati coinvolti così tanti artisti.

Forte della tradizione di aiutare le community, John Lewis e Waitrose, hanno voluto aiutarne una che ha particolarmente sofferto in quest’ultimo anno, quella delle industrie creative dell’animazione. Per questo invece di un singolo team di produzione, ne sono stati selezionati di più, dando lavoro a molte più persone.

Lo stesso ragionamento è stato fatto anche per il 30 secondi in appoggio allo spot da 2 minuti. Sempre sotto la direzione di Oscar Hudson sono stati coinvolti invece 4 neodiplomati della Kingston University’s BA in Illustration: Bella McEvoy. Amelia Fowler, Marta Pinto, Leksey Lee, che non hanno certo sfigurato nei confronti dei più illustri colleghi.

Tutto quello che vorreste sapere e anche di più su questo progetto lo trovate nel sito di John Lewis qui ma soprattutto qui. Sono pagine davvero ben fatte per comprendere tutto ciò che sta dietro a un progetto così complesso. E non un progetto qualsiasi, ma uno con delle aspettative altissime.

Ma c’è un ultima gentilezza che riguarda il progetto: lo spot nella versione per non vedenti.

Chapeau!

Fonti Wikipedia, Campaignlive, Creativeboom, IrishExaminer
Immagini e video John Lewis Website e YouTube Channel John Lewis

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With the song ”We Are One” we wish to honor all children of the world, particularly those in their courageous battle against cancer.”

Carmen Auste, Chairman di CCI
(e mamma di un bimbo sopravvissuto al cancro infantile)

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Quello dei tumori infantili è un dramma che colpisce ogni anno 250.000 bambini in tutto il mondo, di cui 90.000 perdono la vita.
Fortunatamente molti di loro sopravvivono grazie alla diagnosi precoce e allo scambio di informazioni e dati che solo le associazioni gestite da genitori possono fare in modo partecipativo, coinvolgente e passionevole.

Per questo, il 15 febbraio 2016, in occasione dell’XIII Giornata Mondiale contro il cancro infantile, per far conoscere al mondo Childhood Cancer International, un’associazione che raccoglie oltre 177 organizzazioni in 90 paesi gestite da genitori di bambini affetti da tumori, è stato pubblicato il singolo (con relativo video) We are one.

La peculiarità di questa canzone è che è stata cantata da un supergruppo composto da giovani cantanti star indiscusse su YouTube e oltre 900.000 bambini di tutto il mondo che hanno registrato il loro contributo nel sito dell’iniziativa, aderendo alla call to action realizzata delle giovani star (300 milioni di views su YouTube) e contando sull’enorme cassa di risonanza della loro base di fan.

Un progetto per i bambini con i bambini protagonisti!

Chi di noi ha più dimestichezza di me con queste giovani star avrà riconosciuto nel video Livvy Stubenrauch (la voce della giovane Anna in Frozen della Disney), Alexa Curtis (vincitrice di The Voice Kids Australia 2014), Robbie Firmin (Britain’s Got Talent) e Aaralyn O’Neil (America’s Got Talent).

Un progetto importante, utile, coinvolgente, di speranza, proprio come piace a noi. E con numeri da far invidia a qualsiasi iniziativa, visto che i 900.000 contributi sono stati registrati online su child4child.com in meno di un mese. Molti di questi contributi potete vederli qui.

La canzone è stata composta da Christophe Beck (noto compositore di colonne sonore tra cui Frozen), sua figlia Sophie e David Goldsmith, mentre il video ufficiale a seguire è stato diretto da Johan Söderberg.

Sosteniamo quindi CCI e le sue associazioni, conoscendole visitando i loro siti e lasciandoci coinvolgere ascoltando o acquistando We are one su iTunesSpotifyDeezerApple Music e Tidal.

A questo link, verso il sito di CCI la promessa, gli intenti e un po’ di storia dell’associazione.

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In Italia, fanno parte di Childhood Cancer International la Federazione Italiana Associazioni Genitori Oncoematologia Pediatrica (FIAGOP), la Fondazione Cure2Children e Soleterre strategie di pace ONLUS.

Grazie a Marco Tironi per la segnalazione.
Fonti e immagini sito Child4Child e relativo canale YouTube.

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Guide Dots è un’applicazione gratuita in grado di aiutare i non vedenti a scoprire il mondo attorno a loro.

L’App audio-based, è stata creata per essere un complemento multimediale al cane guida e al classico bastone bianco. L’obiettivo è quello di rendere più indipendenti ciechi e ipovedenti, che passaggiando per i luoghi urbani della loro città, possono essere raggiunti da diversi tipi di suggerimenti sia commerciali sia user generated.

Ovviamente grazie al loro smartphone che interfaccia informazioni provenienti da Google Maps e Facebook Places, con i suggerimenti degli utenti.

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I suggerimenti dei membri della community (luoghi degni di nota, descrizioni, suggerimenti, percorsi, ma anche segnalazione di pericoli o  la posizione dei bagni all’interno di un locale) vanno a creare un enorme database che cresce con la community stessa. Una vera e propria walking guide di ogni città del mondo creata in modo partecipativo.

Guide Dots (qui il sito) è un progetto realizzato da VML in collaborazione con Y&R Singapore e UDKU Australia e ha rappresentato un vera sfida per information architect e interface designer. L’estetica dell’app, la sua interfaccia e in generale l’experience design – secondo le parole dell’Executive Creative Director di VML – hanno rappresentato l’aspetto da superare:

This project really gave us a whole new perspective about interface design and aesthetics. How do you design for an audience living with low vision or complete blindness? We had to consider high contrast color choices for those with limited sight and designing within smartphone accessibility best practices like navigating with touch and audio. ‘Does it look pretty’ no longer played a key role, while experience design was more critical than ever.”

La video-case che segue mostra in dettaglio i meccanismi complessi di questa App, che non è la prima dedicata ai non vedenti (ricorderete Project Third Eye), segno che il mondo del mobile può rappresentare il vero punto di svolta per l’indipendenza dei non vedenti.

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Informazioni, Videocase e immagini di Guide Dots, tratte dal sito ufficiale, dalla pagina di Guide Dots su Android Play e dal sito di VML.

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DigitalGlobe è una compagnia americana specializzata nell’acquisizione e vendita di immagini dallo spazio e di contenuti geospaziali. Ha i propri satelliti e collabora con enti come il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, la Nasa e compagnie private come Google.
La maggior parte delle immagini satellitari ad alta risoluzione di Google Earth e Google Maps provengono dai suoi archivi in continuo aggiornamento, così come quelle in vendita nel sito specializzato in fotografia aerea TerraServer.

Poco dopo la sparizione nei cieli tra la Malesia e Pechino del Boeing 777  della Malaysia Arlines, DigitalGlobe ha deciso di raccogliere una nuova serie di immagini della zona del probabile incidente aereo. E le ha caricate nella sua piattaforma di crowdsourging Tomnod e ha invitato volontari e appassionati ad osservare con cura le immagini di migliaia di chilometri del mare del golfo del Siam alla ricerca di indizi.

Lo scopo è quello di provare a risolvere, con la disponibilità del più grande gruppo di persone possibile, il mistero del volo MH 370. Centinaia di migliaia di occhi in più che si aggiungono a quelli di militari e forze di soccorso che ogni giorno fanno su è giù con navi e aerei nello stesso mare.

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Tomnod è una piattaforma di crowdsourcing non molto diversa da quelle di progetti simili. NASA Clickworkers, una delle prime della storia del crowdsourcing, già nel 2000 funzionava in modo molto simile e richiedeva l’analisi e la misurazione dei crateri di Marte. Ma il punto non è l’interfaccia, sono i dati a disposizione.
Allora come oggi sono immagini eccezionali, e in questo caso anche ad alta risoluzione, scattate dallo spazio e aggiornate nella piattaforma in tempo quasi reale.

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La piattaforma Tomnod ha un’usabilità elevata ed è chiara nelle istruzioni. Si può partecipare senza loggarsi e anche se si hanno solo pochi minuti liberi, si può contribuire comunque in modo significativo alle ricerche.

Grazie a un’interfaccia molto semplice, la superficie del pianeta viene presentata ai volontari suddivisa in piccole porzioni rettangolari di meno di mezzo chilometro quadrato. Il sistema fornisce all’utente una zona in modo randomico da osservare e mette a disposizione 4 semplici strumenti per segnalare – e indicare nella mappa – tracce di relitti, gommoni di salvataggio, chiazze di carburante o altro di interessante o sospetto.

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L’area di ricerca aumenta di pari passo alla pubblicazione di nuove immagini, così come le persone coinvolte nella campagna di ricerca. Quando l’analisi di ogni pixel delle foto satellitari a disposizione è completata, la piattaforma viene chiusa per il caricamento di nuove immagini.

Durante la manutenzione la conversazione si sposta sui social network (qui e qui) e vengono rilasciati file .kmz che aperti con Google Earth restituiscono sulla mappa tutte le segnalazioni dei volontari digitali.

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L’unione fa la forza e spesso l’intelligenza collettiva (ne ho parlato anche qui) ha risolto quesiti all’apparenza impossibili.

Succederà anche questa volta?
Non sarebbe la prima per il popolo di Tomnod.

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[ U P D A T E ] 

Per seguire gli aggiornamenti della campagna di ricerca di Tomnod e conversare con altri appasionati, il luogo più indicato è la pagina Facebook di Tomnod (qui).

Per le nuove teorie sulla scomparsa dell’MH370 sto seguendo l’evolversi della situazione su Il Post che sta documentando molto bene la vicenda (qui) e gli articoli di Jeff Wise nel magazine Slate (qui).

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[ U P D A T E ] 

Il primo maggio 2014 si è conclusa la campagna di ricerca del volo MH370 su Tomnod.

Con una email sono stati ringraziati gli 8 millioni di persone coinvolte nel più grande progetto di ricerca in crowdsourcing della piattaforma; insieme hanno esplorato ed analizzato 1.007.750 kilometri quadrati di immagini satellitari.

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Conclusa questa missione ne è immediatamente iniziata un’altra e al team di Tomnod è stato richiesto aiuto per esplorare le immagini dei territori degli Stati Uniti colpiti dai tornado a fine aprile 2014.

Cliccate qui per partecipare alla nuova campagna “Tornadoes in the Southern & Midwestern USA”.

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Fonte e immagini: Blog di DigitalGlobe, Pagina Facebook e Piattaforma Tomnod.
Grazie a @francescoGRZ per la segnalazione.

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L’attività della Croce Rossa è l’esempio evidente di come l’aiuto che può offrire un’associazione alla sua comunità sia direttamente proporzionale al numero dei volontari che riesce a coinvolgere.

Per aumentare la notorietà delle attività che vengono svolte quotidianamente e per reclutare nuovi volontari, la Croce Rossa Brasiliana dello stato di São Paulo e l’agenzia Ageisobar hanno deciso di realizzare un film di 3 minuti dal grande impatto emotivo.

Ma come simboleggiare l’aiuto che ogni persona può dare? Coinvolgendo nella realizzazione del film di animazione 8 famosi artisti brasiliani: volontariato e crowdsourcing hanno molto in comune.

Il film d’animazione racconta la storia di un ragazzo e del suo cane.
A seguito di una tempesta la loro casa prende fuoco, finiscono in mare e vengono separati dagli eventi. Ma dopo varie peripezie vengono entrambi salvati da una serie di personaggi fantastici che aiutano ragazzo e cane a rincontrarsi e a ricostruire la propria casa.

Gli artisti coinvolti (Clan vfx, Manoel Quiterio, Lambuja, Eli, Gra Mattar, Fernanda Guedes, Sone e Techno Image) hanno disegnato i personaggi che simboleggiano nel corso della storia l’aiuto che ognuno può dare alla Croce Rossa, esattamente come hanno fatto loro per la riuscita del film.

Buona visione!

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Grazie all’ottimo blog Follia Creativa per la segnalazione.

Credits. Cliente: Cruz Vermelha Brazil (São Paulo). Agenzia: Ageisobar (São Paulo). Creative Director: Carlos Domingos. Art Director: Henrique Mattos. Copywriter: Daguito Rodrigues. Agency Producer: Juliana D’Antino. Production: André Pulcino. Director: Luciano Neves. Production Company: CLAN vfx. Music e Sound Design: Happy Together Musica.