Archivi per la categoria: Crowd-driven projects

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Non tutti sanno suonare uno strumento o hanno studiato in una scuola di musica, ma anche per loro è ora possibile comporre una canzone. Ma non una canzone qualsiasi, la canzone perfetta.

Impossibile? Assolutamente no, grazie i principi e ai meccanismi espressi dalla teoria della saggezza della folla (se volete approfondire fatelo qui).

Questo è quello che sta cercando di dimostrare Brandon Ferris, un programmatore che vive nella Repubblica Dominicana, attraverso il progetto CrowdSound che sostiene un principio molto semplice:

If the majority believes a certain note sounds best after a combination of previous notes, the majority should also believe that all such crowd-picked notes sound pleasant together.”

Attraverso un tool di votazione molto semplice, è possibile scegliere la nota successiva, quella che secondo noi sta meglio e contribuire alla stesura finale della melodia basata su una struttura compositiva standard. Dopo 100 voti, la nota più gradita viene scelta e si passa oltre nella composizione.

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Fino ad ora il progetto ha coinvolto oltre 45.000 persone provenienti da 145 paesi diversi e  mancano ancora 46 note per completare la canzone. Poi si passerà – sempre in crowdsourcing – a comporre il testo della canzone.

Quindi, se volete sentirvi anche voi un po’ Lennon & McCartney, non avete che da ascoltare la composizione e scegliere la nota che vi suona meglio.

Probabilmente il crowdsourcing non rappresenterà il futuro della composizione e la gente non si sostituirà al genio dei grandi compositori, ma come la mettiamo se poi ci troviamo primi in classifica?

 

Fonti CrowdSound e The Daily Dot.
Immagini dal sito dell’iniziativa.
Grazie a Francesco Grandazzi per la segnalazione.

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DigitalGlobe è una compagnia americana specializzata nell’acquisizione e vendita di immagini dallo spazio e di contenuti geospaziali. Ha i propri satelliti e collabora con enti come il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, la Nasa e compagnie private come Google.
La maggior parte delle immagini satellitari ad alta risoluzione di Google Earth e Google Maps provengono dai suoi archivi in continuo aggiornamento, così come quelle in vendita nel sito specializzato in fotografia aerea TerraServer.

Poco dopo la sparizione nei cieli tra la Malesia e Pechino del Boeing 777  della Malaysia Arlines, DigitalGlobe ha deciso di raccogliere una nuova serie di immagini della zona del probabile incidente aereo. E le ha caricate nella sua piattaforma di crowdsourging Tomnod e ha invitato volontari e appassionati ad osservare con cura le immagini di migliaia di chilometri del mare del golfo del Siam alla ricerca di indizi.

Lo scopo è quello di provare a risolvere, con la disponibilità del più grande gruppo di persone possibile, il mistero del volo MH 370. Centinaia di migliaia di occhi in più che si aggiungono a quelli di militari e forze di soccorso che ogni giorno fanno su è giù con navi e aerei nello stesso mare.

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Tomnod è una piattaforma di crowdsourcing non molto diversa da quelle di progetti simili. NASA Clickworkers, una delle prime della storia del crowdsourcing, già nel 2000 funzionava in modo molto simile e richiedeva l’analisi e la misurazione dei crateri di Marte. Ma il punto non è l’interfaccia, sono i dati a disposizione.
Allora come oggi sono immagini eccezionali, e in questo caso anche ad alta risoluzione, scattate dallo spazio e aggiornate nella piattaforma in tempo quasi reale.

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La piattaforma Tomnod ha un’usabilità elevata ed è chiara nelle istruzioni. Si può partecipare senza loggarsi e anche se si hanno solo pochi minuti liberi, si può contribuire comunque in modo significativo alle ricerche.

Grazie a un’interfaccia molto semplice, la superficie del pianeta viene presentata ai volontari suddivisa in piccole porzioni rettangolari di meno di mezzo chilometro quadrato. Il sistema fornisce all’utente una zona in modo randomico da osservare e mette a disposizione 4 semplici strumenti per segnalare – e indicare nella mappa – tracce di relitti, gommoni di salvataggio, chiazze di carburante o altro di interessante o sospetto.

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L’area di ricerca aumenta di pari passo alla pubblicazione di nuove immagini, così come le persone coinvolte nella campagna di ricerca. Quando l’analisi di ogni pixel delle foto satellitari a disposizione è completata, la piattaforma viene chiusa per il caricamento di nuove immagini.

Durante la manutenzione la conversazione si sposta sui social network (qui e qui) e vengono rilasciati file .kmz che aperti con Google Earth restituiscono sulla mappa tutte le segnalazioni dei volontari digitali.

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L’unione fa la forza e spesso l’intelligenza collettiva (ne ho parlato anche qui) ha risolto quesiti all’apparenza impossibili.

Succederà anche questa volta?
Non sarebbe la prima per il popolo di Tomnod.

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[ U P D A T E ] 

Per seguire gli aggiornamenti della campagna di ricerca di Tomnod e conversare con altri appasionati, il luogo più indicato è la pagina Facebook di Tomnod (qui).

Per le nuove teorie sulla scomparsa dell’MH370 sto seguendo l’evolversi della situazione su Il Post che sta documentando molto bene la vicenda (qui) e gli articoli di Jeff Wise nel magazine Slate (qui).

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[ U P D A T E ] 

Il primo maggio 2014 si è conclusa la campagna di ricerca del volo MH370 su Tomnod.

Con una email sono stati ringraziati gli 8 millioni di persone coinvolte nel più grande progetto di ricerca in crowdsourcing della piattaforma; insieme hanno esplorato ed analizzato 1.007.750 kilometri quadrati di immagini satellitari.

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Conclusa questa missione ne è immediatamente iniziata un’altra e al team di Tomnod è stato richiesto aiuto per esplorare le immagini dei territori degli Stati Uniti colpiti dai tornado a fine aprile 2014.

Cliccate qui per partecipare alla nuova campagna “Tornadoes in the Southern & Midwestern USA”.

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Fonte e immagini: Blog di DigitalGlobe, Pagina Facebook e Piattaforma Tomnod.
Grazie a @francescoGRZ per la segnalazione.

Ferrari Formula 1 2014 crowd driven via partecipactive

E’ di pochi giorni fa la notizia che il nome della prossima monoposto Ferrari Formula 1 con cui  Fernando Alonso e Kimi Raikkonen cercheranno di vincere il titolo iridato, sarà scelto dai tifosi di tutto il mondo della casa di Maranello.

Per la prima volta nella storia della Scuderia Ferrari sarà possibile scegliere il nome preferito in modalità crowd-driven attraverso il sito ferrari.com e i canali Twitter e Facebook della Scuderia, scegliendo tra le 5 proposte: F14 T, F14 Maranello, F14 Scuderia, F166 Turbo, F616.

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Il nome che avrà ottenuto più preferenze sarà legato indissolubilmente ai desideri dei tifosi che – come spiega la Ferrari nel sito ufficiale – avranno la possibilità di lasciare il segno nell’avventura della scuderia nel 2014.

Le votazioni dei cinque nomi termineranno il 24 gennaio e alle ore 12:00 sapremo il nome di battesimo della nuova Ferrari F1 2014 2015.

Un grande segno di apertura della scuderia italiana nei confronti dei suoi tifosi con lo scopo di farli sentire più coinvolti dopo qualche stagione deludente. Io ho scelto (qui) F14 Maranello, e voi?

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[Update]

Il nome scelto dai tifosi per la sessantesima Ferrari della storia di Formula 1 è F14 T.

Nel sito (qui) potrete scoprire foto, video, scheda tecnica e le immagini 360°. Enjoy!

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Fonte, immagini e video sito Scuderia Ferrari.

Have you ever tried to convey the feeling of walking through your favorite park? Or have you wanted to create a virtual tour of your business to attract customers? Well, starting today, it’s now possible for you to build your own Street View experiences to do just that”.

Evan Rapoport, Google Maps Product Manager

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Dove la flotta di Google Car non arriva, arrivano le persone. A piedi, in bici, con intenti naturalistici o speculativi, da oggi chiunque può contibuire ad arricchire di immagini Google Street Views.

Lo ha annunciato pochi giorni fa in un post nel blog ufficiale (qui) Evan Rapoport, Product Manager di Google Maps. Per rendere tutto questo possibile Google ha regalato una nuova feature alla sua community appassionata di foto sferiche e ha reso il processo di pubblicazione da parte degli utenti delle foto su Street View il più facile possibile.

Usando un qualsiasi device Android e l’App Photo Sphere, chiunque può pubblicare su Street View una sequenza di immagini che restituiranno un incredibile panorama o un percorso tra le bellezze della propria città. La novità è che il processo di upload è diventato semplicissimo grazie all’interfaccia intuitiva che collega le singole immagini alla mappa creando un insieme definito Constellation.

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Con questa novità su Street View, Google continua a mappare il mondo con foto sempre più dettagliate. Le nostre.

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Fonti: TechnoBuffalo, Crowdsourcing.org, GoogleMaps blog.