Archivi per la categoria: Creative Consumer Participation

Italia 1 non è nuova a iniziative che coinvolgono gli utenti finali.
Sono infatti almeno dieci anni che gli spettatori esclamano “Italia… uno!” nei famosi ‘bumper’ al termine di ogni break pubblicitario (ne parlo anche qui) affermando il loro legame con la rete.

Da pochi giorni il canale televisivo ha lanciato una nuova iniziativa partecipativa: PromONE, dove tutti sono invitati a diventare “pubblicitari” e realizzare un “promo” per il lancio di uno dei programmi di punta di Italia 1. Praticamente un invito da spettatore a spettatore.

L’iniziativa è così descritta nel sito:

Benvenuto telespettatore di Italia uno, grazie per essere qui. Velocemente ti spieghiamo l’iniziativa PromONE. E’ un progetto per chi vuol cimentarsi nell’arte dei “promo”, ossia nella ricerca del modo più bello, più funzionale e più creativo di invitare un telespettatore a guardare un determinato programma.

Come puó essere il tuo promo? Puó essere ironico ma non per forza, puó anche essere serio, drammatico, allegro, artistico, in ogni caso deve basarsi  su un’idea per pubblicizzare il programma che hai scelto.

Puoi farlo recitato, puoi farlo in grafica, puoi costruire qualunque immagine (dalla plastilina fino al 3D) puoi fare tutto quello che vuoi, purché ci siano nel tuo promo solo materiali originali”.

Per venire incontro a tutti Italia 1 ha previsto molti modi per partecipare, con regole facile ben descritte nel regolamento completo (qui). Le riassumo a grandi linee: promo compreso tra 10 secondi e un minuto, promozione di uno dei programmi di Italia 1 raggruppati in due categorie. Le categorie e i programmi sono News e Intrattenimento (Studio Aperto, Mistero, Colorado, Le Iene, Wild, I Simpson, Studio Aperto) e Series (CSI, Dottor House, Grey’s Anatomy). Il promo deve riguardare un solo programma.

Il proprio promo oltre ad essere realizzato con qualsiasi tecnica, può essere inviato via posta o uploadato nel sito di PromONE (qui).

Cosa aspettate a inviare il vostro?


Da oggi avete quattro settimane per creare la nuova versione del Nokia tune, la più classica delle suonerie, uno degli audio brand ascoltati con maggior frequenza ogni giorno in tutto il mondo, un motivetto che si ripresenta nelle occasioni più disparate.

Per la prima volta dal lancio della suoneria Gran Vals nel 1994, Nokia invita il suo pubblico a realizzare una nuova versione della sua suoneria-icona. Lo fa con AudioDraft: una community di 3000 musicisti e sound designer da tutto il mondo che partecipano abitualmente agli ‘open sound design contest’ dove i vincitori vincono denaro, ma anche, come in questo caso, la gloria imperitura di aver riarrangiato il Gran Vals di Tárrega che entrerà a far parte delle suonerie standard dei telefoni del brand finlandese.

Nel Nokia Tune Remake trovate oltre a tutti gli ultimi upload, anche le istruzioni per inviare il vostro file audio.

Buona fortuna!

[UPDATE] I risultati del Nokia Tune Remake.

2 anni fa in questi giorni moriva in circostanze poco chiare Michael Jackson, il Re del Pop.
La radio belga Studio Brussel, a solo una settimana dalla prematura e improvvisa scomparsa, decideva di commemorarlo con un’iniziativa partecipativa.
Nasceva così il sito interattivo Eternal Moonwalk realizzato dall’agenzia Mortierbrigade di Brussel.

Ai fan veniva richiesto di caricare un video, dove veniva richiesto come omaggio al loro idolo, di interpretare il Moonwalk, il passo di danza reso celebre da Michael. Potevano farlo in qualsiasi modo – lo si vede nel video – per creare il più lungo Moonwalk della storia. Unica condizione eseguirlo da destra verso sinistra.

Più di 15.000 film uploadati, più di 45 chilometri di moonwalk. 3.960.000 visitatori unici da tutto il mondo, record di tweet per 3 giorni, più di 120.000 recensioni nei blog, 1.850.000 ricerche su Google, più di 7 minuti spesi mediamente nel sito.
Segno che quando i fan ci si mettono, ottengono risultati straordinari.

Per gli amanti dei premi, ricordo che nel 2010, Eternal Moonwalk ha vinto un Gold Lion nel Direct e un Silver Lion nel Cyber al Festival Internazionale della Pubblicità di Cannes.

Cosa succede se il tuo brand di birra è leader in un’intera nazione – il Mexico – ma non lo è nelle province di Guadalajara e Leon, due delle più grandi?
Cosa fai se dopo un blind test dove all’assaggio la tua birra risulta la migliore di tutti e scopri che semplicemente, i consumatori odiano la tua birra? Non c’è campagna pubblicitaria che possa cambiare una repulsione così profonda anche se ingiustificata. Come fare se le persone odiano il prodotto che per Sol è come un figlio?

Coinvolgere i consumatori nella realizzazione di un prodotto che diventi in queste province figlio degli stessi consumatori. Per questo, dopo aver ritirato la Sol classica dal mercato, è stato creato nel 2008 un vero laboratorio, il Sol Lab, dove gli utenti potevano decidere come avrebbe dovuto essere la loro Sol, scegliendone la bottiglia, l’etichetta e ovviamente il gusto.
Il tutto attraverso una piattaforma partecipativa online e offline (un truck che porta loro il Lab) e i focus group realizzati in bar e club, Sol ha ricevuto i pareri di 226.000 persone per creare la loro birra ideale.
I risultati sono stati sorprendenti: +48% di vendite per la Sol 2 (la birra creata nel lab), 7 consumatori su 10 hanno cambiato idea e da quarta posizione a seconda nei consumi in quelle province, come a dimostrare che nessuno odia il proprio figlio!

[UPDATE – La Videocase di Sol Lab non è più online, ma ho trovato questo servizio dal programma Sobre la cancha della televisione messicana CB Televisión Michoacán che racconta tutta l’operazione, oltre a un breve spot]

I Devo sono una band di Akron (Ohio, U.S.A.) che si è formata nel 1972. Li conosco da più di trent’anni e da allora ricordo il nome della loro città, citata in tutte le interviste della band come luogo di fabbriche di gomma, plastica e parecchio invivibile. Solo ad Akron potevano nascere i Devo e la filosofia della de-evolution. Se vi fa piacere sapere di più su di loro su Wikipedia trovate tutto.

Non molto conosciuti dalle masse, ma stratosferici per i fans, una pietra miliare e continua fonte di ispirazione per il loro stile inconfondibile classificato come Punk, Post-punk, New wave, Art wave e in mille altri modi da parte di critici e band, che considerano i Devo un gruppo fondamentale per l’evoluzione del rock. I brani più famosi: Whip it, Girl you want, Gates of Steel, It’s a beautiful world, Mongoloid, ma anche la dissacrante versione di Satisfaction, spero li conoscano tutti.

I Devo sono da sempre una band geniale, con un’immaginario, una produzione musicale e un’estetica coerente a loro stessi e alla loro filosofia, innovativa e affascinante. La loro musica, come le loro azioni e rappresentazioni sono sempre state digitali, elettroniche, tecnologiche, al passo con i tempi.

La passione per la sperimentazione dei Devo, le possibilità offerte dai social network di poter realizzare un progetto assieme agli utenti finali con il supporto della propria base di fans attraverso le pagine ufficiali su My Space, Facebook, il sito Club Devo, e alla partecipazione ad eventi come l’SXSW di Austin, hanno portato a concepire in modo diverso il nuovo disco Something for Everybody atteso da 20 anni.

Come lo spiega Gerard Casale, bassista e membro fondatore della band:

We decided to actively seek comment and criticism from outside people and use that as a tool, rather than shunning or ignoring it… Our experiences participating in secondary creativity – things like corporate consensus building, focus groups -make you appreciate the connection that an artist has to society.

Quindi – insieme all’agenzia Mother LA – decidono di coinvolgere i fan, un anno prima del lancio in attività collettive. Il primo passo è la designazione di Greg Scholl, COO di Devo, Inc. come responsabile del progetto che coinvolge i fans. Greg, in perfetto pubblicitese – l’ironia dei Devo verso il sistema è sempre presente –  lancia, spiega e motiva il progetto così:

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Il sito e i social danno il via ad una serie di attività, molte online come il Devo Color Study che porterà a scegliere oltre al mood cromatico della band il colore degli Energy Dome, i loro caratteristici cappelli, o il Devo Sound Study che ha permesso di scegliere a maggioranza le tracce da inserire nel nuovo disco (ora in archivio).
Date un’occhiata e partecipate – con ironia – al focus group che segue.

Saranno anche solo focus group, ma sono decisamente partecipativi, ognuno fa parte di un processo più ampio che la semplice attribuzione di preferenze; ad ogni round c’è un’ottimizzazione basata sui risultati e l’utente viene di nuovo coinvolto sapendo qual’è lo scopo finale: fare in modo che un prodotto risulti preferito alla maggior parte delle persone, ma soprattutto a loro.

Pochi giorni fa, proseguendo sulla stessa strada, i Devo hanno lanciato l’ennesimo progetto innovativo: un video clip interattivo dove ogni utente è protagonista. E’ il video clip del singolo What we do e Gerard Casale lo racconta così:

The user/viewer is the director in this video. They decide what to see and when to see it in real time. They will be able to navigate and save a version of what they think others should see. It’s like having a vote in Devo’s creative process. It’s truly interactive.

L’utente può infatti muoversi all’interno del videoclip, zommare, scegliere le inquadrature oppure farlo in modo random, creando ogni volta un video diverso. E in più, cliccando su alcuni oggetti o sul tasto “Instant”, può acquistare oggetti presenti nel video.

Il videoclip interattivo era realizzato in Flash e non è più possibile vederlo in questa modalità. Se ne parla ancora però nell’articolo di Mashable (che mostrò il video in anteprima) con l’intervista a Gerald Casale che racconta come nato il video, la sua filosofia e la sua poetica.
Il Director Cut è su YouTube. e a seguire. La regia è di Gerald Casale, Kii Arens e Jason Trucco.

Dopo 30 anni i Devo riescono ad affascinarmi e incuriosirmi ancora. Non posso che continuare ad essere un fan.

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Curiosità: Sapevi che i Righeira, grandi estimatori dei Devo, hanno realizzato under permission la versione italiana, opps, spagnola, di Girl you want: Es la Mujer que tu quieres per l’album del 2007 Mondovisione?